Bene, questa è Valentina, che tredici anni fa ad Atlanta, alla sua prima Olimpiade, si rilassava leggendo Topolino e che lo compra ancora per leggerlo a Pietro. Che ha perso giovanissima il papà e che tira nel suo ricordo, avendo come talismano insostituibile la mamma Enrica che la segue ovunque. Anche questa è Valentina, ovviamente nata il 14 febbraio, 35 anni fa, che declina il rifugio nel cuore caldo della famiglia con la spietatezza (la chiamano anche il "cobra") con cui tocca ogni avversaria, dopo averla stregata con lunghe pause prima di cogliere il tempo giusto per affondare la lama verso il corpetto di chi le sta davanti.
Trentacinque anni, età forse da pensione per una donna, anche mamma, che da venti stagioni domina sulle pedane di tutto il mondo e che non è ancora stufa, che trova sempre nel suo domani una sfida e un traguardo nuovi e tali da stimolarle un impegno che si fa sempre più duro perchè gli anni son quelli e passano pure per lei. Anche se l'età sembra solo sfiorarla: le ha dato un marito, un figlio, una nipote (Martina Pascucci) che, crescendo, mostra di seguire le sue stesse orme, ma non le ha tolto la voglia di confrontarsi e di scommettere giorno dopo giorno con e su sè stessa. L'obiettivo è Londra, per la quinta Olimpiade personale e per il quarto oro individuale, così da stracciare ogni altro record di longevità e di bravura assoluta. Dopo, il ritiro? Forse sì, ma perchè non provare magari solo un anno anche con la spada, così, tanto per togliersi lo sfizio?
Eccola Valentina, dolce e delicata, bella anche con i capelli appiccicati al volto togliendosi la maschera ma con la luce, in quegli occhi azzurri, che solo la vittoria sa regalare.
e' solo scherma, qualcuno dirà, e vincono sempre gli italiani. Non è così: è scherma, e questo significa tante cose: allenamento, riflessi, lezioni durissime e costanti, gare che durano una giornata intera in un seguirsi incessante di assalti sempre più impegnativi. Vince, in una concorrenza sempre più agguerrita e globale, chi ha i nervi più saldi, i muscoli più allenati, la mente più lucida e libera da angosce. Se poi si vince sempre, cannibalizzando una specialità, vuol dire che tutte queste doti, con tutto quel lavoro, il campione, la campionessa, e cioè Valentina, le ha dentro da sempre, da quando, inseguendo il mito di Sparaciari prima e Trillini poi, cominciò a seguire gli insegnamenti di Ezio Triccoli, secondo padre prima ancora che maestro, e poi di Giulio Tomassini e, ora, di Stefano Cerioni, altro prodotto della formidabile scuola schermistica jesina. Valentina (in carriera 57 medaglie d'oro, 14 d'argento, 8 di bronzo, oltre a 15 Coppe del Mondo vinte con 65 successi di... tappa, un record assoluto, per ogni disciplina) ora è un po' più conosciuta: merito di Ballando sotto le stelle, e merito degli spot televisivi interpretati con il piccolo Pietro.
Ma il meglio di sè continua a darlo in pedana, regalandoci ancora momenti di grande intensità agonistica, spettacolare e, perchè no, di sano nazionalismo sportivo con quel suo grande e ineguagliabile "senso per il tempo", schermistico si intende, perchè l'altro tempo, quello che scorre, per lei sembra restar sospeso.
di Mario Arceri
Corriere dello Sport Martedì 29 Dicembre 2009
Corriere dello Sport Martedì 29 Dicembre 2009
Nessun commento:
Posta un commento