e' tutta qui la vita di Jorge Lorenzo, l'ultimo pilota in ordine di tempo ad attentare al trono di Sua Velocità.
Dopo Dani Pedrosa, che ci ha provato ma ancora non ci è riuscito, e Casey Stoner che ci ha provato e ce l'ha fatta, nel 2007, l'ex più giovane debuttante della storia del Motomondiale - il 5 maggio del 2002, a Jerez, ma solo il sabato, perché prima non aveva compiuto i necessari 15 anni minimi - è ora il nemico alle porte del Fenomeno.
Ma sarebbe più giusto dire il nemico "in casa". visto che solo un fragile muro di cartone divide il box di Rossi da quello di Lorenzo ed il titolatissimo " a- team" di Jeremy Burgess, dal compatto ma ancora non altrettanto vincente "B-team" di Daniele Romagnoli.
il Piu' Italiano - Ventitré vittorie in gran premio, 46 podi, 30 pole e due titoli iridati nella 250, Jorge Lorenzo è il più italiano dei giovani avversari del pesarese.
E non solo perché è approdato nel mondiale con la Derbi dopo esser stato scoperto dall'allora direttore sportivo Giampiero Sacchi, attuale dirigente dell'Aprilia.
Nato a Palma de Maiorca il 4 giugno del 1987 - è il più giovane delle tre pistole calde della MotoGP - è un po' italiano non solo nel cognome.
Grande tifoso di Max Biaggi - l'anno scorso gli ha dedicato la sua autobiografia - Jorge infatti è definito come "flamboyant" (scintillante) dai francesi, "loco" (matto) dai suoi concittadini e noi non sapremmo descriverlo altro che fuori dalle righe.
A partire dal soprannome - Porfuera, cioè all'esterno, il sorpasso più umiliante che un pilota può fare ad un avversario - da lui meritato in più di una occasione.
"Jorge, adelante Porfuera", gli gridano i suoi fan adoranti, come i tifosi di Totti urlano "faje er cucchiaio!".
É divenuto il suo marchio di fabbrica quel passare all'esterno, così irriverente da sembrare una pazzia.
Lo usa quando può, quando non può ed ogni volta che può. Già perché Lorenzo, che negli ultimi anni si è inventato il regno immaginario di "Lorenzo's land", a cui simbolicamente annette un territorio piantando la bandiera nelle curve dei suoi sorpassi topici, ama apparire esagerato.
Anche se in realtà però, per chi lo conosce dall'infanzia, è solo un ragazzo silenzioso che nel 2002 era esageratamente timido.
Semplice - Certo, il tempo passa, ed a forza di guardarsi allo specchio vedendone riflessa una immagine diversa da quella della propria anima, si finisce per crederci.
Per credersi un'altra persona. Per fortuna, però, nella realtà Jorge è rimasto un ragazzo semplice, anche se la scorsa settimana a chi gli domandava chi fosse più noto in Spagna fra lui e lo sfidante designato di Valentino, Pedrosa, rispondeva:
" Siamo allo stesso livello. Ora". Non si amano, Dani e Jorge. Una rivalità, quella fra i due, che ricorda un po' le prime sfide verbali fra Rossi e Biaggi. Ed è per questo, forse, che Valentino da un paio di anni a questa parte tifa apertamente per Pedrosa.
Tanto da essersi scusato con lui per il controsorpasso che gli ha inflitto domenica scorsa a Motegi.
Lui, Jorge Lorenzo, con Dani invece cerca di non parlare. In realtà i due non hanno niente da dirsi. Specie ora che Jorge bussa alla porta del box del suo vicino di casa.
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