Nello stadio Olimpico di Berlino, 73 anni dopo la leggenda di Jesse Owens, il giamaicano ha corso i 100 in 9 secondi e 58 centesimi.
Ha frantumato il suo precedente record di 9'69 con un margine di ben 11 centesimi come non s'era mai visto prima (bisogna risalire ai primati d'anteguerra, quando si correva sulle piste in carbonella e al posto dei blocchi di partenza si scavavano le buchette).
Proprio come fece Owens il quale, avesse corso ieri nella finale iridate, sarebbe arrivato dieci metri dietro il Fulmine giamaicano.
Davanti a 80.000 spettatori, tutti in piedi, Bolt ha riscritto di nuovo la storia in questo stadio epico.
E ha anche ridisegnato il futuro della velocità. Ha spostato terribilmente più avanti i limiti dell'uomo e rivoluzionato quelle che erano consolidate certezze scientifiche.
Il mondo non sarà più come prima, avevamo affermato dopo la magica volatona di Pechino. Oggi possiamo dire che quel mondo già non esiste più. Siamo già nel futuro. Bolt ci ha buttato in faccia un nuovo ordine delle cose. Divorando in 41 falcate, mezza in meno di quelle impiegate a Pechino, il rettilineo azzurro di Berlino, è stato capace di tenere una velocità media di 37,578 km/ h.
Con una punta massima che, ci sentiamo di affermare, ha certamente superato i 42 km orari ( fu di 41,618 all'Olimpiade).
Questo perché, a differenza di allora, stavolta non ha mollato negli ultimi venti metri battendosi il petto.
No, ieri sera ha spinto come un dannato dal primo all'ultimo metro, dopo una uscita dai blocchi altrettanto fantastica.
Storico - Bolt ha stravinto anche quello che in molti avevano definito il duello del secolo. Lasciando a oltre un metro e 30 centimetri la freccia del Kentucky, Tyson Gay. Lo statunitense ha dovuto abdicare il trono iridato dei 100 sul quale era salito due anni fa a Osaka, quando Bolt ancora rincorreva i 200 e solo quelli.
Ma lo ha fatto con onore, riuscendo a stare sempre sulla scia del caraibico. Sul traguardo il cronometro ha premiato anche lui con un 9'71 che vale il record americano, 6/100 più veloce del suo primato firmato il 10 luglio a Roma, e soprattutto il secondo crono in assoluto dopo il 9' 58 e 9'69 di Bolt.
É Gay ora il secondo uomo più veloce della terra. Ha scalzato l'altro giamaicano Asafa Powell, che però ieri è riuscito nell'impresa di salire per la prima volta sul gradino di un podio mondiale o Olimpico in una prova individuale.
Per Asafa 9.84 e un argento che vale oro. Dopo Bolt, era lui più soddisfatto. la Gara - Il più lesto a muoversi sui blocchi il trinidegno Thompson con un tempo di reazione di 119/ 1000.
Anche Bolt era sollecito come non mai (0.146 contro 0.144 di Gay). I due fianco a fianco. Ma già ai 20 metri, Bolt rialzava il busto ed entrava in piena spinta. Dopo 5 falcate Powell e Gay erano costretti a inseguire. Il divario aumentava ai 50. Cresceva ancora ai 70 metri. A questo punto però Bolt rinunciava allo show e dopo essersi voltato un attimo prima a destra e poi a sinistra, continuava a strappare la pista con tutte le energie in corpo.[…]
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