Non benissimo, ma abbastanza bene da agguantare il terzo bronzo mondiale consecutivo dai 3 metri, la prima medaglia italiana a Roma 09.
Nessuna poteva pensare di battere Guo Jingjing, la Diva ("Non so se sia invincibile, di certo ci va molto vicino" ci diceva Emilie Heymans, la canadese medaglia d'argento).
Forse è già nata una ragazzina che andrà a superarla, come lei ha fatto con Fu Mingxia. Ma quella ragazzina sta di certo ancora allenandosi in uno degli infiniti Centri di alta specializzazione sparsi per la Cina.
Forse non farà neppure in tempo a sfidarla in piscina. Tania è la nostra Principessa. É arrivata a Roma così carica di tensione che ha cominciato a vedere solo nero attorno a sé, quasi fosse sprofondata nel buio più totale.
Anche Giorgio, il papà, ha sentito la pressione crescere.
"Per due giorni ho avuto i crampi, non mi succedeva neppure quando gareggiavo ", ci ha confessato.
Il momento più brutto era arrivato dopo il terzo tuffo, un doppio salto mortale e mezzo carpiato. Benino, dannazione. Tania scivolava al quarto posto. Qualcuno cominciava a dubitare. Lei sembrava in trance. Una sensazione di paura le stava crescendo dentro, fino a farle tremare le gambe. Voleva che tutto finisse in fretta, si sentiva al centro di un incubo. Questo mondiale romano le pesava sulle spalle come fosse un enorme macigno. Erano in tanti a volere quella medaglia. Lei non è più la piccola bambina che aveva conosciuto i tuffi buttandosi nella vasca dei pesci rossi all'Acquacetosa, è cresciuta.
Oggi è una donna, una sportiva di successo. Ha tre fan club su Facebook e mille tifosi che la sostengono. Ha gli sponsor, le relazioni coi media, ha l'amore ( Francesco Dell'Uomo ha corso lungo tutto il bordo vasca per abbracciarla).
Non è la vita da star di Guo Jingjing, il suo idolo da sempre. Ma è una situazione che può comunque regalarti stress, devi essere brava a gestirla. Quello dei tuffi in Italia è un piccolo mondo antico dove non esiste divismo, dove i primi ringraziamenti sono per gli amici, quelli che in tribuna sventolano lo striscione:
" i sogni non svaniscono, finchè le persone non li abbandonano ".L'autrice è lei, Tania Cagnotto. La biondina che in Rai attacca:
" Saluto la Chicca, la Vale, la Claudia... ", e si blocca solo perché l'intervistatrice è riuscita a riprendersi il microfono. Il momento di maggiore tensione era arrivato al penultimo tuffo. É quarta, deve recuperare, ma c'è il triplo salto mortale e mezzo carpiato da fare. " Un tuffo da uomini " , così l'hanno definito papà e figlia. La mamma, Carmen Casteiner, non ha avuto tempo per pensare alle difficoltà tecniche. " Ho perso dieci anni di vita" , ha sussurrato con un filo di voce. Tuffo difficile. Perché nuovo, perché richiede forza fisica e mentale. Anche qui nessun errore da bollino rosso.
" Ma dobbiamo dire grazie ai giudici, sono stati buoni con Tania ", dice con lodevole sincerità Giorgio.
Passa la paura. Arriva la medaglia. Bronzo, il terzo dopo Montreal 2005 e Melbourne 2007. Tre metri sopra l'acqua c'è il talento di Tania Cagnotto, la Principessa azzurra. Guo Jingjing porta a casa il nono oro mondiale. Ringrazia Roma, dice che proprio non lo sa se ci sia in giro qualcuno che possa batterla. Nessuno fa una domanda a Emilie Heymans ("sì, mi sono sentita sola in conferenza stampa " ) , la canadese tornata al trampolino da poco meno di un anno.
Da ragazza faceva la ginnasta, poi il suo maestro le ha detto che doveva scegliere: o i tuffi o il ballo.
Lei ha virato sullo sport che l'ha ricompensata con due medaglie olimpiche, un oro e un argento mondiali. Adesso è davvero finita. Giorgio Cagnotto è felice e si lascia andare a una confessione:
" In questi ultimi giorni credo che Tania abbia avuto più bisogno del papà che dell'allenatore."E lui era lì, come sempre. Orgoglioso, anche quando è spaventato, di avere una figliola così.
Corriere dello Sport Mercoledì 22 Luglio 2009
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