martedì 19 gennaio 2010

Alessia Filippi stop dopo Londra 2012

"Il progetto è fare un bel­l'Europeo a Budapest l'anno prossimo, Poi c'è un Mondiale di mezzo e infine Londra 2012. Così si chiude in bellezza." Cosa si chiude?
" La carriera. Basta competizioni, ba­sta nuoto."
Alessia Filippi parla veloce, come al solito e come al solito non ha esitazioni. Ma quello che dice, qui agli Europei in vasca corta di Istanbul, non lo aveva det­to prima e quello che si percepisce è che la decisione sia stata meditata.
Dopo il Mondiale di Roma ( oro nei 1500 e bronzo negli 800), Alessia si è pre­sa del tempo per sé stessa tra vacanze e piccole operazioni (le hanno estratto due denti del giudizio). A questi Europei in vasca corta arriva con una preparazione parziale e due cicli di atibiotici che l'han­no debilitata nel fisico. Da qui la decisio­ne dell'ultimo minuto di rinunciare agli 800, la gara che un anno fa, a Rijeka, le aveva dato oro e record del mondo.
Programma ridotto quindi: forse i 400 stile libero sabato (che la metterebbero in competizione con Federica Pellegri­ni), domenica poi i 200 dorso e i 400 mi­sti se le due batterie non saranno troppo ravvicinate. Il progetto è a lungo termi­ne e racconta di obiettivi ambiziosi e di un cerchio di cui si intravede una chiusu­ra per una delle capionesse più di talen­to che il nuoto italiano abbia mai avuto.
a Londra Alessia Filippi avrà 25 anni, non è presto per pensare di smettere?
"sì, sarò ancora giovane ma ho voglia di guardare il mondo fuori dal nuoto. So­no una persona che ama i cambiamenti, la monotonia non mi piace. Noi nuotato­ri siamo chiusi in una campana, siamo molto protetti, questo a volte pesa."
Come si vede fuori dal nuoto?
" Mi piacerebbe prendere una laurea, per questo mi sono iscritta allo Iusm (l'Istituto di Scienze Motorie dell'Univer­sità di Roma, ndr). Poi potrei prendere in gestione un impianto sportivo."
Torniamo a oggi, anzi a ieri, al mon­diale di Roma. Cose le ha lasciato?
"Roma è stata un'emozione fortissima. Per questo parlavo di una nuova Alessia, ero molto carica volevo a tutti i costi vin­cere un mondiale in casa."
Dopo il mondiale, la scomparsa di Ca­stagnetti. Cosa pensa di questa nuova organizzazione che si è data la naziona­le?
"Alberto manca. Era il punto di riferi­mento. Aveva una parola di conforto se qualcosa non andava. Sapeva caricarti. Quando c'era lui si sentiva un'atmosfera particolare, senza nulla togliere a Marco Bonifazi e a i tecnici che seguono ora la nazionale."
Nel 2008 si è allenata a Verona per un anno. Poi è tornata a Roma per prepara­re il Mondiale. Non pensa che allenarsi lì, con Federica Pellegrini, sarebbe di giovamento a tutte e due, anche per la competizione che si potrebbe creare?
"In quel periodo ho un po' sofferto la lontananza da Roma. Ora mi peserebbe ancora di più. No, credo che stare nella mia città mi dia la tranquillità di cui ho bisogno "
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Un anno fa a Rijeka vinceva l'oro. Co­me mai ha deciso di non gareggiare su quella distanza quest'anno e di fare inve­ce i 400?
" Perché sono arrivata qui con poca preparazione e perchè fare i 400 mi ser­ve per misurarmi sulla velocità visto che gli 800 sono ormai diventati una gara ve­loce. Basta ricordare la finale di Roma."
Quindi gli 800 rimangono il suo obiet­tivo?
"Certo, a Budapest e poi a Londra do­ve fra l'altro, essendo un'Olimpiade, i 1500 non ci saranno. Budapest per me è un traguardo importante. Fu lì, nel 2006, che vinsi il mio primo oro europeo, nei 400 misti. Ci tengo molto a fare bene. Poi c'è il progetto di riprendere i 200 dorso, il mio primo amore con cui vinsi l'oro ai Giochi del Mediterraneo in Spagna, nel 2005."
Insomma tanta carne al fuoco. E le ga­re di Londra?
"Bella domanda, chi lo sa. L'ho detto, mi piacciono i cambiamenti e nel nuoto ho la fortuna di poter scegliere."
Attilio Crea
Corriere dello Sport Venerdì 11 Dicembre 2009

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