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lunedì 10 agosto 2009

Schumi scopre una nuova F.1

Non sarà facile per Michael Schumacher, nè imme­diato, nè naturale, rientrare in Formula 1. Non ci stupiremmo se vi riuscisse con successo, ma è innega­bile che il tedesco abbia forzato la sua natura per ri­spondere alla chiamata d'emergenza della Ferrari.
Meno traumatico sarebbe se il profeta del perfezio­nismo avesse l'intera situazione sotto controllo: la co­noscenza totale della macchina, degli avversari e dei circuiti, la sintonia con tutti gli uomini della squadra, la padronanza delle tattiche, le pieghe regolamentari, la forma fisica impeccabile.
Invece sarà costretto a esercizi che detesta quali improvvisare, adeguarsi, ac­cettare situazioni pregresse.
F60 Sconosciuta - La difficoltà maggiore è senz'altro tecnica. La Ferrari F60 è profondamente diversa dal­le monoposto del passato: a cominciare dalle gomme liscie, abbinate a un'aero­dinamica essenziale e a un sofisticato doppio fondo che genera effetto suolo, contraddizione tecnica bizzarramente ritenuta sensata dal legislatore sportivo.
Solo questo gra­dino, solo il passaggio da fine 2008 a inizio 2009, ha spiazzato molti tra proget­tisti e piloti.
Schumi dovrà poi rece­pire le istruzioni sull'uso del kers e delle ali mobili: non farà fatica, tenendo conto della sua straordi­naria capacità di memorizzare quanto viene detto dai tecnici, archiviando il tutto in un incorruttibile file.
Anzi, quel computer di bordo che è il suo cervello po­trà dedicare alle novità energie e attenzioni che fino al 2006 venivano utilizzate per una gestione più com­plessa dell'elettronica, tra procedure di regolazione del controllo di trazione, del launch control, del freno motore.
E ancora: una volta il pilota dava suggerimen­ti per adeguare i software mentre adesso il margine di manovra è davvero minimo, da quando è stata varata l'elettronica standard prodotta dalla Mes (McLaren Electronic System).
Discorso analogo per le mescole dei pneumatici: ormai la Bridgestone ne porta due ti­pi uguali per tutti, e buonanotte.
Duelli Inediti - Inedito il confronto con Sebastian Vet­tel, che pure Schumi conosce bene fino a esserne sta­to in qualche modo padrino della carriera, e Lewis Hamilton.
Non è dato sapere, in questa Formula 1 im­prevedibile - bastano cinque gradi in più o in meno di temperatura per frenare la miglior macchina e metter le ali agli asini -, se in pista ci sarà davvero un duello diretto: i tedeschi impazzirebbero vedendo lottare Schumi e Vettel, mentre il resto del mondo si lascereb­be meglio rapire da un confronto tra campioni del mondo.
In fondo non è stato anche Hamilton un can­nibale, fino a che la McLaren quest'anno si è impan­tanata? e non ha spesso ricordato il peggior Schumi in occasione di manovre discutibili, quando non scorret­te?
Compagno Scomodo - Senza precedenti anche la col­leganza tra Michael e Raikkonen. Li ricordiamo ab­bracciati sul podio di Monza nel 2006, subito dopo la vittoria del tedesco e l'annuncio della Ferrari di aver preso Kimi (quest'anno Schumi chi abbraccerà nel gp d'Italia, forse Alonso?).
Ma in realtà il Kaiser ha sem­pre disapprovato la mancanza di metodo del finlande­se prefendogli Massa, suo allievo e amico.
Quanto agli altri protagonisti, di cui trattiamo a par­te, curioso che Schumi trovi in pista due figli di al­trettanti ex colleghi.
Nelson Piquet e Satoru Nakajima rimasero in Formula 1 fino al 1991, stagione in cui Mi­chael disputò i suoi primi gran premi ( 6).
Anni più tardi, disgraziatamente, quei due convinsero i figlioli a fare il loro stesso lavoro.
di Fulvio Solms
Corriere dello Sport Lunedì 10 Agosto 2009

domenica 1 marzo 2009

Michael Schumacher era meglio a 4 ruote

A Michael Schumacher non è mai pia­ciuto andare in giro a raccontare di avere avuto paura. Aspetta sempre qual­che anno. Parecchio tempo dopo l'inciden­te del 1999, che gli costò un titolo mondia­le e la rottura di una gamba, ha ammesso che non si era mai sentito tanto vicino a al­la morte come nel momento dell'impatto contro le barriere di protezione alla curva Stowe di Silverstone.
Ieri in Spagna è cadu­to dalla moto malamente, ma malamente davvero. Dice di stare bene, di avere sola­mente qualche contusione. Non c'è motivo di dubitarne, anche se all'ospedale hanno ritenuto opportuno sottoporlo a una tac, gli hanno applicato un collari­no e lo hanno lasciato anda­re solo perché c'era con lui il medico personale.
Ha dolori al collo, un trau­ma cranico, una sospetta frattura al polso destro, se­condo alcuni resoconti avrebbe perso conoscenza nella caduta e sarebbe rin­venuto durante il trasporto all'ospedale Virgen de la Arrixaca, dove gli avrebbero riscontrato la rottura di due costole.
Però queste due circostanze, lo svenimento e la rottura, sono state smentite dalla sua por­tavoce, Sabine Kehm. Lui ha rilasciato qualche breve dichiarazione attraverso il suo sito:
"Volevo solo far sapere a tutti che sto bene. Ho subito un inci­dente in moto sulla pista di Cartagena e per precauzio­ne mi sono recato in ospeda­le. I controlli hanno dimo­strato che non ho nulla "
Non gli piace far sapere che ha provato paura, appunto. Ma ne ha provata, perché in quei casi è normale. Schumacher era a Cartagena, la città nel sud della Spagna da cui partì Annibale per bastonare i Romani nella Seconda Guerra Punica.
Oggi c'è una bella pista ampia, ideale per guidare le moto in sicurezza. Mi­chael si stava allenando con la sua Honda 1000 Cbr. Tra due mesi e mezzo deve de­buttare nell'Idm, il campionato tedesco di Superbike. S'allenava, dunque, e provava le gomme e andava anche piuttosto bene. Ha perso il controllo della moto alla prima curva, un punto da oltre 200 all'ora. Non è la prima volta. Se la botta non gli toglierà la voglia, non sarà l'ultima. I motociclisti cadono. Però questa caduta è stata partico­larmente brutta, Schumacher ha battuto la testa e, svenuto o non svenuto, non si è rial­zato impunemente e immediatamente.
Ha avuto bisogno dell'intervento dei me­dici, invece, e del trasporto in ospedale. La tac a cui è stato sottoposto ha effettivamen­te escluso lesioni gravi. Una volta dimesso, Schumacher ha telefonato al suo amico Randy Mamola, il pilota statunitense che per quattro volte è arrivato secondo nel Mondiale di classe 500 e adesso lo aiuta in quest'esperienza motociclistica.
Per rac­contargli l'accaduto, per essere rassicura­to. Ieri Michael non si è divertito di sicuro. Solitamente ci riesce. É per questo che in­vece di starsene e casa a guardare cartoni animati insieme con i figli si è messo a ga­reggiare in moto. Altro non chiede al suo hobby:
"Sono troppo vecchio per pensare che questo possa essere qualcosa più di un gioco, Non intendo costruirmi una seconda carriera nelle corse, voglio solo goderme­la finché dura"
Gente importante che gli è stata vicina durante la vita in Formula 1 invita a non correre questi rischi. Lui an­nuisce, saluta e finora è sempre tornato là dove lo porta il fegato: in pista. È stato sottoposto a una tac: escluse lesioni preoccupanti ha comunque subito un trauma cranico Dopo l'incidente ha telefonato all'amico ed ex pilota Mamola e torna la polemica intorno al suo hobby

di Marco Evangelisti
Corriere dello Sport

mercoledì 17 dicembre 2008

Michael Schumacher: l'incidente di Senna mi ha svegliato

In una lunga intervista al magazine tedesco Die Zeit, il sette volte campione del mondo di F.1 Michael Schumacher si racconta tra passato, presente e futuro.
"Il momento più duro della mia carriera? L'incidente che è costato la vita a Senna nel 1994. Mi ha svegliato. Il fato può coglierci dovunque e in qualunque momento. Se non lo si accetta si hanno dei problemi. Non sono mai andato via da casa con la paura di non tornare, ma con la speranza di vincere una corsa.
L'importante è sapere in quale punto il rischio non è più calcolabile. Io vado fino al limite. Ma poi c'è anche il destino, come nel mio incidente a Silverstone."
Eppure la prudenza non è mai troppa.

"Se ho fatto testamento? Certo, lo consiglierei a chiunque, anche se non guidano in F.1"
, risponde Schumi, che oggi si divide tra moto e paracadutismo.
"Prima di provare a lanciarmi avevo tantissima paura, ma se vuoi volare buttarsi col paracadute è bellissimo"
, confessa l'ex pilota, che si definisce
"sognatore di notte. Durante il giorno sono realista."
Superstizioso ("ma solo un po'"), Schumi ha i suoi talismani ("un amuleto di Corinna", la moglie) e i suoi riti
"entravo sempre dal lato sinistro della monoposto"
mentre per quanto riguarda le moto
"non ci sono obiettivi, ho cominciato troppo tardi, ho già fatto la mia carriera da professionista e adesso cerco solo qualcosa che mi faccia divertire."
Della politica non gli interessa molto e anche su Obama preferisce essere prudente
"Ma penso che sia una brava persona"
Infine, la ricetta per essere un predestinato:
"Il talento, la disciplina e l'esperienza sono essenziale.
Alla fine, però, decidono molti dettagli, anche il rumore del motore."