domenica 24 gennaio 2010

Gilles Villeneuve ... l'aviatore

Lo chiamavano l'Aviatore, e non era un complimento. Lo chiamavano così perché nel 1977, alla sua seconda gara sulla Ferrari, si era alzato in volo con la macchina ed era at­terrato su due spettatori che passeggiavano in zona vietata, uccidendoli. Poi, certo, il corag­gio e il talento di Gilles Villeneuve avevano avuto la meglio e purificato il soprannome da quell'origine malefica. Era rimasto l'Aviato­re senza doversene più vergognare.
Quel giorno, il 27 settembre 1981, il canade­se correva in casa, sul circuito che più tardi avrebbe preso il suo nome. Partiva lontano e cominciò a rimontare, sorpasso dopo sorpas­so, e sembrava tenuto a terra solo dalla piog­gia battente. mentre Laffite, che poi avrebbe vinto, con la Ligier cercava di sfuggire all'in­seguimento. Sorpasso dopo sorpasso, e non possono riuscire tutti alla perfezione. Ville­neuve tamponò la March di Daly e l'ala ante­riore della Ferrari scavalcò il muso della vet­tura bloccandosi in diagonale contro l'abita­colo. Gilles non vedeva nullla oltre quella bar­riera, avrebbe dovuto fermarsi e naturalmen­te non lo fece, figuriamoci, dopo tutto quel la­voro. Andò avanti finché la corsa venne sospesa quando le due ore di tempo massimo regolamentari finirono. Lui si trovava terzo dietro Watson. Accecato e fradicio, ma terzo. Fu il suo penultimo podio. L'ultimo arrivò l'anno dopo a Imola. Due settimane più tardi, a Zolder, l'Aviatore decollò per sempre.
di Marco Evangelisti

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