Quel giorno, il 27 settembre 1981, il canadese correva in casa, sul circuito che più tardi avrebbe preso il suo nome. Partiva lontano e cominciò a rimontare, sorpasso dopo sorpasso, e sembrava tenuto a terra solo dalla pioggia battente. mentre Laffite, che poi avrebbe vinto, con la Ligier cercava di sfuggire all'inseguimento. Sorpasso dopo sorpasso, e non possono riuscire tutti alla perfezione. Villeneuve tamponò la March di Daly e l'ala anteriore della Ferrari scavalcò il muso della vettura bloccandosi in diagonale contro l'abitacolo. Gilles non vedeva nullla oltre quella barriera, avrebbe dovuto fermarsi e naturalmente non lo fece, figuriamoci, dopo tutto quel lavoro. Andò avanti finché la corsa venne sospesa quando le due ore di tempo massimo regolamentari finirono. Lui si trovava terzo dietro Watson. Accecato e fradicio, ma terzo. Fu il suo penultimo podio. L'ultimo arrivò l'anno dopo a Imola. Due settimane più tardi, a Zolder, l'Aviatore decollò per sempre.
di Marco Evangelisti
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