domenica 28 dicembre 2008

Valentina Vezzali e i programmi futuri

Valentina, l'importante non è vincere, ma partecipare?
"L'importante è esserci, ma chi vince ha sempre ragione."
Quindi non conta solo l'oro. "Senza i "tutti" non c'è il primo, non c'è gara. Senza gli avversari, non sarei quella che sono: li rispetto, mi mancano." Ma l'oro olimpico cos'è?
"Il traguardo, il risultato di un percorso. Come dice il mio maestro, Tomassini: 'Per costruire una casa che non cada al primo soffio di vento, devi mettere un mattone dietro l'altro'."
Cos'ha pensato quand'ha vinto Pechino? "Ripetevo: 'Ma come ho fatto?'". e all'inno?
"Pensavo a mio figlio, Pietro: a 3 anni e mezzo, lo sa a memoria."
L'oro ripaga dei sacrifici?
"Come dice Velasco: 'a noi atleti piace tutto dello sport, allenarci e soffrire fa parte del nostro essere, e quindi non è vero sacrificio'."
e la sconfitta che cos'è?
"é un momento particolare, anche di sofferenza, ma sempre di analisi. Ti chiedi: 'Perché?'. Ma un attimo dopo speri solo di riaffrontare quell'avversario prima possibile."
Come definire la scherma?
"é confronto, gioco, passione, ballo, immedesimarsi con il fioretto."
Noble art: cioè talento, fantasia e poco lavoro?
"Macché, è pesi in palestra, ore col maestro che ti richiama continuamente all'abc, coordinazione, tempo, misura."
e qual è il suo segreto?
"La semplicità. Anche se distendere il braccio e tirare una stoccata in pieno petto non è casuale. É come giocare a scacchi, ma decidendo in una frazione di secondo, con un affascinante sincronismo di mente e azione."
Diciamola tutta.
"Sono molto determinata, ho la tecnica, certo, ma il fisico fa quello che ordina la testa. Conosco gente fortissima che però manca dentro."
C'è una massima, una parola che l'accompagna?
"Il primo maestro, Triccoli, mi diceva: 'Non aver paura di nessuno, guarda negli occhi chiunque, dal più umile al re'.
É la mia regola di vita."
Tre quadrienni in vetta sono tantissimi.
"La scherma è evoluzione, come la vita, quella della prima Olimpiade, nel '96, non può essere quella di oggi.
Mi metto in discussione e mi adeguo, di continuo. Da ragazzina, guardavo la Fichtel, la più forte avversaria di sempre, e mi dicevo: 'Diventerò come lei'."
e poi?
"Il maestro Tomassini, tre anni fa, in una gara mi disse: 'Ti porterò al terzo oro olimpico di filà.
Non c'era mai riuscito nessuno, ma se ci credeva lui, ci dovevo credere anch'io."
Lo sport aiuta alla vita o è solo una parentesi?
"é la più grande metafora della vita: ti porta sempre ad affrontare nuovi ostacoli, ti insegna a imparare e a reagire, aspettando la prossima volta."
e il doping equivale alle raccomandazioni della vita?
"Peggio. Intanto distrugge e poi vieta la conoscenza di se stessi, dei propri limiti. Dopo la rottura del crociato del ginocchio, mi sono riscoperta ancora una volta: non riuscivo più, poi corpo e testa hanno ricominciato a funzionare."
Il fioretto come bacchetta magica: cosa cambierebbe dello sport?
"Vorrei che tutti gli sport fossero praticati in tutte le città; che avessero tutti lo stesso spazio; vorrei che la tv non seguisse solo Olimpiadi e Mondiali, ho vinto 61 gare di coppa del Mondo: chi le ha mai viste?."
Se potesse cambiare il mondo?
"Trasformerei tutti in altruisti, perché aiutino il prossimo."
Così sembra un angelo.
"Io sono davvero brava e sensibile, cerco davvero di dare una mano a chi ha bisogno, sono impegnata nella campagna Unicef per il vaccino contro il tetano, per Telethon, e tante cose ancora."
Fuori un difetto. Anzi, due.
"Sono disordinata e non so cucinare molto bene, anche perché ho in casa la campionessa olimpica, mia madre.
E mi sono allenata più a mangiare."
e come atleta?
"Se è un difetto, quando perdo, piango. Ma è il mio modo di essere."
e' cattolica? "sì, molto". Qual è il peccato che non si può perdonare? "L'egoismo". e quello che si può perdonare.
"Tutti, a chi capisce che ha sbagliato."
e la prossima sfida?
"La coppa del Mondo, per la prima volta non allenata con la solita costanza. Ma, prima, Ballando con le stelle, in tv. Sono un disastro, ma mi aiuterà nella scherma: piedi e postura."
Vincenzo Martucci
Gazzetta dello Sport Mercoledì 24 Dicembre 2008

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