lunedì 5 gennaio 2009

Marco Materazzi

Lo segue da sempre l'ombra lunga dell'uomo nero, figlia della fama di cattivo conquistata sul campo.
Ma un anno fa, merito di una finale mondiale con le ali, è diventato un po' angelo azzurro, forse caduto per il troppo peso.
E magari era il peso di quell'ombra. Nell'antitesi dei colori c'è tutta l'anima "dolcedura" di Marco Materazzi. E pure la sua maglia.
* La sua autobiografia si intitola Una vita da guerriero(Mondadori). È così che si sente?
"Credo rispecchi l'andamento della mia carriera professionale e anche un po' la vita di uno che ne ha passate tante uscendone in maniera vincente."
* Contro che cosa ha combattuto?
"Perdere un genitore da ragazzo è una prova dura nella vita, nello sport ho passato momenti in cui nessuno credeva in me, a parte i tifosi della mia squadra.
Poi ho avuto il privilegio di far gioire una nazione intera, con l'aiuto di un po' di persone, mister e staff inclusi."
* Si sarebbe mai aspettato di fare un gol in rovesciata?
"Ne avevo già fatto uno e credevo di avere esaurito il bonus, invece ho avuto l'incoscienza di riprovarlo."
Marco Materazzi, nato a Perugia nel 1973, difensore dell'Inter. Marco Materazzi, nato a Perugia nel 1973, difensore dell'Inter (foto Ansa/La Presse).
* Si è tatuato tutta la sua storia sul corpo, ha mai paura di voler dimenticare e non poterlo fare?
"Sono tante le cose che si vivono anche nella sofferenza, credo che non faccia male ricordare persino le cose brutte.
Può essere uno stimolo a fare meglio."
* Che cos'è il derby?
"È tutto. Devi rendere felice mezza Milano."
* Metterci l'anima alla Materazzi vuol dire mettere in conto lo scontro. Ne ha mai paura?
"No, il calcio non è danza classica. Del resto anche il rugby, giudicato tra gli sport più nobili, contempla scontri duri. L'importante è non farsi male."
* Se non fosse Materazzi, che giocatore vorrebbe essere?
"Se fossi attaccante: Ronaldo, Ronaldinho o Ibrahimovic; se restassi difensore: Nesta o Cannavaro."
* Da piccolo chi sognava di diventare? "Marco Van Basten". * e a Moratti chi lo dice?
"Ero piccolo, c'era ancora la Tv in bianco e nero, non vedevo i colori."
* Suo padre la voleva dirottare verso la pallacanestro: che cosa le ha detto quando ha vinto i Mondiali?
"Credo sia stata una grande gioia da padre e una sconfitta da talent scout. Già il fatto che l'abbia ammesso, per come è fatto, è un complimento enorme."
* Viene da un infortunio lungo: ha avuto tempo di pensare a dove sarebbe se non ci fosse stato il pallone?
"Credo che avrei ugualmente una famiglia felice con tanti bambini. L'infortunio mi ha aiutato a conoscere meglio le persone che avevo attorno: dopo il Mondiale erano tantissime e sono rimaste tante.
Vuol dire che ho lasciato cose positive al di là dei risultati e mi sono fatto conoscere meglio come persona."
* Ce n'era bisogno?
"Credo che chi mi sta vicino mi apprezzi per come sono, talvolta però mi piacerebbe togliermi di dosso un po' questa timidezza, che a volte mi rende anche antipatico, soprattutto per come sto in campo.
Però io gioco per l'Inter e devo far vincere l'Inter, non posso guardare in faccia nessuno."
* Nemmeno Gattuso?
"Siamo cresciuti insieme, abbiamo un'amicizia mai rinnegata, siamo padre e figlio, al di là della bandiera che difendiamo.
Non ci siamo mai risparmiati in campo e finché avremo forza mai lo faremo."
* Chi ne ha date (o prese) di più?
"Ci siamo scontrati direttamente poco, forse siamo 1-0 per me, con ghigno cattivo suo, però (ride, ndr.)."
* Parla di corazza da togliere. È molto diverso dentro e fuori dal campo?
"sì, forse è un privilegio. A me non piace passare in campo per il perfettino, se non lo sono. Lì do tutto, non risparmio nulla, ma la vita è un'altra cosa."
* L'agonismo è sempre rabbia? "Mai. È voglia di vincere". * C'è violenza attorno al calcio. Un giocatore può fare qualcosa?
"Può essere d'esempio. Ma non nel modo in cui lo si vorrebbe fare oggi, per legge. Una stretta di mano ha senso se è spontanea, se è una forzatura per far vedere che il calcio è diventato buono è solo retorica.
Anche perché io non stringerei la mano a uno che sparla di me e non ha il coraggio di affrontarmi."
* Rifacciamo, come Gattuso, il patto di Vecchioni: che cosa rivorrebbe da Milano in cambio di soldi e celebrità?
"i ricordi di come sono stato trattato qui in questi anni, mi basterebbero questi per vivere in pace."
* Quando ha voglia di fuga dove va?
"Prendo moglie e figli e vado dove non mi conosce nessuno, in America."
* Ha nostalgia dell'anonimato?
"No, ho voglia di normalità. Qualcuno ha detto ai miei bambini che prendono i voti belli perché sono figli miei. Mi pare improbabile: ero un tale asino a scuola... Per loro questo è pesante."
* Passerà alla storia anche per una testata presa: ha avuto il tempo di pensare, vedendo Zidane avventarsi?
"Per fortuna mia e dell'Italia no. Avrei reagito, mi sarei fatto espellere e chissà se avremmo vinto."
* Che cosa vorrebbe sotto l'albero?
"Giocare il derby, anche solo dieci minuti. Fare gol e vincerlo."
Elisa Chiari

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