martedì 6 gennaio 2009

Usain Bolt obiettivo 9,50

Usain Bolt, lei è anche il vincitore del referendum Gazzetta: come si sente alla vigilia del 2009?
"Sono al massimo e voglio rimanere al massimo. L'anno scorso in questi giorni sognavo. Pensavo a Pechino, all'oro dei 200. Certo, la realtà è andata ben oltre i sogni. Non potevo immaginarlo ed è quasi difficile crederlo adesso. Sono un uomo fortunato."
Per alcuni mesi è stato indeciso se partecipare a 100 e 200, poi l'esplosione con il mondiale dei 100 ha cambiato tutto.
Come ha vissuto la vigilia dei 200 che hanno fatto la storia?
"Dopo le semifinali ero un poco stanco, lo ammetto. Sono tornato in stanza al Villaggio e prima di dormire ho detto al mio compagno Maurice Smith: "Se voglio fare il record dei 200, questo è il posto giusto perché la pista è veloce.
Per questo andrò in finale per dare tutto. Spenderò l'anima in quella corsia". E poi è successo esattamente quello che avevo immaginato. La gente ha detto che per la prima volta mi ha visto bruciare tutto. É vero."
Prima di diventare l'uomo più veloce ha giocato a cricket?
"Ho cominciato con il cricket da bambino, intorno agli 8 anni. Non ero male, ma all'ultimo anno delle elementari il nostro insegnante, che era anche il coach del cricket, mi disse che avrei potuto provare anche con l'atletica.
Gli dissi: ok. Provai e mi trovai bene, così ho continuato. Semplice."
La vera svolta è però avvenuta quando lei, dopo essere diventato campione mondiale juniores dei 200 proprio a Kingston ha deciso di cambiare coach, come mai?
"Pensavo che qualcosa non andasse bene con l'allenatore che avevo prima. Avevo già incontrato Glen Mills e avevo sentito quanti campioni aveva allenato, così ho pensato: "é la persona adatta".
É un uomo che riesce a calmarti, gentile. Mi piacciono gli uomini con cui puoi parlare con calma."
Mills non sembra un tipo tanto accomodante. É severo: le ha proibito di ascoltare la musica durante la fase di riscaldamento prima delle gare.
"é vero, ma ha ragione. Mi ha spiegato la sua teoria: quando sei in pista e ascolti musica, questo non ti aiuta nella concentrazione su quello che devi fare.
Per questo Glen dice: la tua mente deve essere libera, sgombra da condizionamenti. Non ti puoi concentrare su quello che devi fare, se la tua mente è attraversata dall'hip hop. É proprio così."
Tutti si chiedono il significato del suo body-language, dei suoi atteggiamenti curiosi rispetto agli altri campioni.
Ad esempio prima della partenza lei sembra quasi distratto
"Sono presentissimo. Fa tutto parte della preparazione. Creo l'atmosfera. Cerco di portare la gente nel clima giusto, perché so che il pubblico ama essere coinvolto e gli piace se faccio così.
Così io cerco solo di farli ridere e sentirsi bene. Dopo la gara con il mio corpo cerco di comunicare con il mondo. É normale in Giamaica. Abbiamo la danza nel sangue. Io ho preso dei passi e li ho inseriti nella mia preparazione alla gara. Non è strano, In Giamaica tutto è danza. Dopo i 100 metri ho eseguito dei passi ispirati da The Sweep e dopo i 200 ne ho fatti altri presi da Gally Creepa."
L'inventore di quei passi, Ice, è stato ucciso a Kingston pochi giorni fa...
"é una cosa tragica, sono triste, ma la vita continua. Però questa ondata di crimini sta andando oltre ogni limite e dobbiamo fermarla."
Adesso la Giamaica è il Paese più veloce al mondo.
"Abbiamo dimostrato che siamo in grado di dominare il mondo dello sprint. I nostri allenatori hanno fatto un capolavoro. Adesso più atleti hanno decisi di restare a casa e non di cercare la fortuna sportiva negli Stati Uniti.
Siamo un piccolo Paese, ma abbiamo un grande orgoglio. Ci piace faticare per raggiungere gli obiettivi che ci poniamo. Amiamo vincere, perché siamo molto competitivi. Ci alleniamo duramente. Ho visto Asafa vomitare qualche volta dopo un allenamento durissimo. É capitato anche a me."
Quali sono a suo parere le differenze fra il suo modo di esprimersi nello sprint rispetto ad Asafa Powell?
"Io sono più rilassato, perché cerco di vivere con gioia tutto quello che faccio. Se non provi gioia per il tuo lavoro, è meglio cambiare ambiente subito. Io non sento alcuna pressione quando scendo in gara, non mi creo problemi. Penso sempre positivo."
Che ruolo avuto la sua famiglia nei suoi successi?
"Importante, perché mi sono sempre stati molto vicini sia nei momenti buoni, che soprattutto in quelli difficili.
Pechino ha fatto un altro miracolo: ha convinto mio padre a prendere l'aereo. Lui ha una paura folle."
Parliamo del futuro, dove crede di potere arrivare: a 9"50 nei 100, sotto i 19" nei 200 e sotto i 43" nei 400?
"é sempre difficile fare delle ipotesi. Io non sono fissato con i record, preferisco vincere le medaglie. Ho sentito il mio coach parlare di 9"58, come tempo possibile. Io gli credo. Poi ha detto che per me potrebbe essere possibile fare meno di 19"nei 200. Glen se ne intende e io gli credo. I 400? é una gara che non amo, lo sapete, richiede una fatica enorme, ma il mio coach dice che verrà il tempo anche per questa specialità.
Io sono costretto a credergli. I miglioramenti sono possibili, perché in ogni mia gare lui trova sempre qualche particolare negativo, che può essere corretto".

Ma quando tornerà a fare i 400, già nel 2009?
"Avete molta fretta, ma arriverà il momento ai Mondiali".
Ad agosto?
"Di quale anno parlate...".
Quando tornerà in pista?
"Non è ancora stato deciso. Mills sta preparando i programmi e mi dirà quello che devo fare. No, non parteciperò a nessuna gara indoor, sono troppo lungo...".
Che cosa si aspetta?
"Che Tyson Gay cerchi la rivincita, che Asafa cercherà di andare più forte che mai. Non avrò vita facile, ma questo mi diverte anche di più".
di Gianni Merlo
Gazzetta dello Sport Giovedì 1° Gennaio 2009

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