"è la medaglia più bella perchè è la prima, perchè la dedico al mio Michele, tre anni e mezzo, un amore di bimbo, e perchè l'ho conquistata grazie alla serenità che mi circonda, all'ambiente dello sci di fondo che mi ha restituito la fiducia accogliendomi con entusiasmo e rispetto " .Marianna Longa ( " Ma chiamatemi Mary, preferisco " ) pronuncia queste parole con affanno, ancora ansimante per la fatica, quasi un sacrificio, ma con l'esultanza di essere arrivata seconda nella 10 km a tecnica classica ( e lei è rimasta una delle poche italiche cultrici del passo tradizionale) della gara d'apertura della rassegna iridata di Liberec.
Ha una pausa Mary, con lo sguardo cerca Michele mescolato nell'anonimato del parterre con i nonni Arno e Liliana, riprende fiato. Poi continua:
" é stata dura ma ho stretto i denti. E mentre spingevo sugli sci e i tecnici sul percorso mi davano le indicazioni sui tempi miei e delle avversarie, ho continuato a pensare che doveva essere medaglia, indipendentemente dal metallo.La carriera nello sci di fondo di Marianna Longa, 29 anni, valtellinese di Livigno si divide in due parti.
Appena tagliato il traguardo mi sono voltata, ho visto la Kowalczyk ancora indietro e a quel punto ho capito di avere l'argento al collo.
Un pensiero alla medaglia d'oro? L'ho appena sfiorato perchè in gara sono sempre stata cosciente della forza della Saarinen e che per batterla avrei dovuto fare un miracolo. Ma di solito i miracoli fioriscono dove il sole abbaglia e stordisce e sfuma nel miraggio, mentre qui sopra la neve c'è tanto bianco, silenzio e poesia ma c'è soprattutto fatica, sudore e realtà.
Quella realtà che per quattro secondi non mi ha consentito di vincere il titolo mondiale ma quella realtà, anche, che mi permette di dire che questo argento è fantastico.
"La prima - dice - da dimenticare per i non pochi dissapori in seno alla squadra.Il momento più buio Marianna lo ebbe all'Olimpiade di Salt Lake City, giorno della staffetta.
La seconda, avviata all'indomani della nascita di Michele, da incorniciare per il crescendo di risultati ottenuti. Innanzitutto ho capito che anche da mamma sarebbe stato possibile raggiungere traguardi importanti, purchè ci fosse stata una grande collaborazione familiare, quella della quale sono ampiamente gratificata "
Venne schierata in prima frazione ma l'emozione la tradì: ultima. Paruzzi, Valbusa, Belmondo non raddrizzarono il risultato, l'Italia finì sesta e la Longa venne emarginata al punto di abbandonare il fondo. Non disputò nè Mondiali 2005 e neppure l'Olimpiade di Torino, ma intanto con la nascita di Michele la sua vita ritrovò serenità.
Tecnici e Fiamme Gialle la convinsero a tornare, disputò i Mondiali 2007 a Sapporo ( 6 ª nella staffetta, 9 ª nella 7,5+ 7,5 km) e raccolse qualche risultato in Coppa del Mondo.
La trasformazione, quella vincente, l'ha avuta in questa stagione.
Nel Tour de Ski è stata la miglior azzurra in classifica ( 5 ª ) , in Coppa è arrivata 2 ª a Whistler ( Canada) in combinata, ha vinto a Rybinsk ( Russia) in una 10 km skating, ancora 2 ª a Valdidentro ( 10 km Tc) ed è 5 ª in classifica.
di Ruggero Quadrelli
Corriere dello Sport Domenica 1° Marzo 2009
Corriere dello Sport Domenica 1° Marzo 2009
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