Uno sbaglio di persona? No, molto più semplicemente il soggetto in questione è Dwight Howard, un uomo che va al di li là di ogni classificazione, di ogni tipologia, di tutto ciò che assomiglia alla vita reale. Lui è davvero Superman. E non solo per quel mantello rosso con cui ha vinto la gara delle schiacciate nell'All Stars Game del 2008, per quel fisico impressionante, o anche solo per aver trascinato Orlando alla finale contro i Lakers di Bryant.
Howard è Superman perchè è qui, sulla terra, quando non avrebbe mai dovuto essere nato.
Sua madre Sheryl, ex giocatrice del Morris Brown College, dopo sette aborti spontanei aveva quasi perso la speranza di regalare un figlio a Dwight Sr, militare ma anche uomo molto religioso e responsabile atletico della Southwest Altanta Christina Academy.
Quando venne alla luce il piccolo Dwight David, la mamma rese grazie al Signore, e da quel momento iniziò a chiamarlo "Il Bambino Miracolo".
Ma i miracoli di Howard non potevano esaurirsi nella piccola Swainsboro.
Trasferitosi con la famiglia ad Atlanta, iniziò a prendere la palla da basket in mano a 9 anni.
Casa, chiesa, Gesù e playground diventarono subito il suo credo.
Era così grande, forte e rapido che alle scuole medie aveva già fatto una lista di quelli che sarebbero stati i sette obiettivi principali della sua vita: tra questi c'era quello di diventare una prima scelta Nba. Terminata la Atlanta Christian Academy, non era più possibile credere che un ragazzo di 19 anni, con quella cattiveria sotto canestro, potesse sorbirsi quattro anni di università prima del grande salto. Infatti non lo fece, e colse il primo obiettivo della sua vita venendo chiamato nel 2004 come 1ª scelta assoluta da Orlando.
Dopo quattro anni tra i pro', le sue spalle, i suoi muscoli, la sua aggressività sono cresciuti in maniera così esponenziale da suscitare due tipi di reazione.
- Reazione a: potrebbe essersi aiutato in "qualche maniera" per aumentare il volume dei suoi muscoli, dicono i maligni.
- Reazione b: fa paura e basta.
"é dieci volte più grosso di me quando avevo 18 anni. Io ero una valigia di ossa con un grande cuore. Lui è una stranezza della natura!."Stranezza o no, il favoloso corpo di Dwight manda in visibilio le ragazze di Orlando e dintorni. Il che non ha evitato al religiosissimo centro 24enne di dover riconoscere la paternità di Braylon, il figlio avuto nel novembre del 2007 dalla relazione con Royce Lyndsay Reed, ex cheerleader di Miami e Orlando. Il suo fisicaccio ha attirato anche le attenzioni di John Amaechi, l'ex centro inglese con un passato nella Nba e nella Virtus Bologna, uno dei primi cestisti a dichiarare la propria omosessualità:
"Tra tutti i corpi più duri della Lega, il suo è il numero uno."Howard oggi è alto 2,11, pesa 120 chili ed ha fatto dimenticare ai tifosi di Orlando persino O'Neal:
"Per me il basket è divertimento. Per cui, appena posso, schiaccio. Due anni fa feci una previsione, dissi che avrei presto vinto il titolo Nba. Tutti risero, soprattutto i miei compagni di nazionale ai Giochi di Pechino"Adesso nessuno ride più di Howard, che ha dato vita ad una fondazione in favore dei ragazzi più bisognosi e non perde mai il contatto con i fan: a quelli iscritti a Twitter, su internet, ha chiesto di suggerirgli il suo nuovo soprannome.
Ha scelto quello di Black Magic, e ha regalato al "vincitore" un paio di scarpe autografate e dei biglietti per i play off. Black Magic contro Black Mamba Bryant: preparatevi ad un duello velenoso.
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