sabato 6 giugno 2009

Kobe Bryant è Black Mamba

Usa la sua Ferrari, oppure la Bentley coupè, a volte invece c'è il van dei Lakers che lo va a prendere, così nel tragitto può guardare qual­che partita facendo, contem­poraneamente, terapia con il ghiaccio, senza dimenticare l'elicottero, utilizza anche quello, come quando andò a incontrare Marta, la stella del calcio al femminile, la brasiliana che gioca a Los Angeles.
Oggi però il tragitto da Orange County, dove Ko­be ha la sua splendida villa allo Staples Center dove gio­cano i Lakers sarà un po' di­verso: è la sesta finale per Bryant, tre ne ha vinte, ma da quanto è diventato lui il simbolo dei Lakers l'anello non è ancora arrivato.
Que­sta volta però ha avuto l'ok anche di un esperto come il presidente degli Usa Barack Obama che ha sentenziato una vittoria dei Lakers, sui Magic, in sei partite e in pre­cedenza ha già azzeccato i pronostici del SuperBowl (Pittsburgh) e delle Final Four Ncaa di basket (North Carolina).
Star Wars - Il film di George Lucas è il pre­ferito da Bryant.
Guerre Stellari per una star come Kobe, che però finora, nella sua vita da campione, è stato, soprattutto un giocatore solo, senza rivali.
Sei finali, sei avversari di­versi, passano gli anni e nostante gli sforzi la Nba ancora non è riuscita a ricreare una del­le grande rivalità che hanno fatto la storia della lega: Bill Russel e Wilt Chamberlain, Jerry West e Oscar Robertson, ma soprattut­to Magic Johnson e Larry Bird.
Anche l'im­menso Michael Jordan non ha avuto riva­li, e lo stesso sta succedendo a Kobe, dal mo­mento che poi anche il tentativo di creare il grande duello con LeBron James è fallito.

"Non mi potrebbe importare di meno - ha det­to Bryant riferendosi alla sfida mancata - io voglio solo un'altra opportunità per diventa­re campione."
È L'ora - Ha tutto Bryant, è stato capace di rialzarsi dopo le vicende del presunto stupro del Colorado, guadagna quasi 40 milioni di dollari l'anno, ha contratti pubblicitari con le più grandi aziende e qualche mese fa ad Oklahoma City si è rifutato di autografare un paio di scarpe, che una volta aveva pubbliciz­zato, portate da un ragazzino solo perchè era­no Adidas:
" Non metto la firma su queste na­zi - scarpe ."
La sua webpage ora è a pagamento: 24,95 dollari per avere accesso a video, audio, foto esclusive e qualche blog, ma questo è niente perchè in arrivo c'è il lusso più sfrenato, chia­mato 'Black Mamba', che poi è il nickname di Kobe (si riferisce a uno dei più aggressivi e velenosi serpenti del pianeta) prestato per un orologio della Nubeo che ha anche contribui­to a disegnare.
Negli Usa sarà in vendita in autunno, mentre in Europa sta per entrare ora sul mercato: il più economico costerà 12.000 dollari, il più esclusivo addirittura 285.000 dollari, quasi come la sua Ferrari.
Lo ami o lo odi Bryant, mezze misure non esistono: lo hanno fischiato a Philadelphia, dove poi è nato, a Denver quando arriva i 'boo' sono la prassi e anche a Los Angeles c'è qual­cuno che dice 'sono un fan dei Lakers, non di Bryant', ma la sua maglia numero 24 è anche la più venduta della Nba. È egoista.
" Tanti giocatori nella loro carriera si sono trovati in una finale solo una volta nella loro carriera ­ha ripetuto riferendosi anche anche a chi, co­me Jerry West, aveva segnalato il 'sorpasso' di LeBron - io sono stato fortunato di arrivar­ci sei volte."
Vuole tutto, soprattutto il quar­to anello.
"Stavo aspettando questo momento "
ha detto serio anche alla vigilia di gara 1. E la guerra delle scarpe continua per­chè Mickael Pietrus, che sarà il suo avversa­rio diretto in questa sfida finale, per tutta la stagione ha portato quelle pubblicizzate da Kobe, ma da stasera invece indosserà un pa­io di 'Jordan', meglio non concedere nemme­no il minimo vantaggio a Black Mamba.

Nessun commento: