Tutto il resto è noia. Voleva dare una spallata alla storia, per farlo doveva azzerare la tensione e tornare il mago che aveva comandato il tennis per quattro anni.
Ha giocato come ai vecchi tempi, Roger. Soprattutto nel tie break del secondo set, l'unico momento di incertezza di una sfida che è durata meno di due ore.
Quattro ace e una palla corta da applausi. Il racconto della partita in pratica è cominciato e finito lì. Le lacrime di Federer, dopo la risposta in rete di Soderling nell'ultimo punto, hanno aperto un altro capitolo. Difficile stabilire chi sia il più grande di sempre. Vivere la propria carriera in epoche diverse vuol dire avere differenti metodi di allenamento, di alimentazione, di aiuti medici, di supporti tecnici (le racchette, le palline).
Senza contare che il valore di ognuno è dato anche dal livello dei rivali che ha dovuto affrontare.
Tutto giusto. Ma se mettiamo i numeri in fila, ci rendiamo conto che adesso a Roger Federer manca 'solo' il Grand Slam.
Non dimentichiamo però che per due volte (2006 e 2007) ci è andato vicino: tre vittorie e una finale per ogni stagione.
Adesso si è messo in tasca anche Parigi ed è diventato il sesto uomo nella storia ad avere conquistato Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e us Open.
Ha raggiunto Pete Sampras in vetta alla classifica dei plurivincitori (14 Slam in bacheca). Rod Laver da ieri pomeriggio è più vicino. Ma questo è un discorso che riguarda la storia. Oggi ci piace tornare alla cronaca. Alle lacrime di Federer a successo ottenuto. Un pianto assai diverso da quello di frustrazione espresso in gennaio a Melbourne, dopo l'ennesima sconfitta con Rafa Nadal.
Sotto la pioggia, le lacrime di Roger avrebbero potuto confondersi e invece nessuno ha dubitato neppure per un momento. Piangeva in tribuna anche Mirka che aveva chiuso gli occhi sull'ultimo servizio tirato con magistrale precisione dal marito.
Pregava affidando al cielo le sue speranze. Non aveva voluto vedere, nonostante il margine di vantaggio fosse decisamente ampio. Il ricordo delle delusioni passate era così forte che aveva pensato sarebbe stato meglio lasciare al destino anche quell'ultimo punto.
e' tornato il padrone assoluto, Federer.
"Mi hai dato una lezione. Mi hai spiegato come si gioca oggi a tennis", gli ha detto Soderling. Che poi ha aggiunto:
"Sei il più grande giocatore della storia, meriti questo titolo più di tutti. Io e il mio coach, scherzando, alla vigilia della finale dicevamo che dopo nove sconfitte sarebbe venuto il mio momento.. Roger ringraziava.
Nessuno può battere Robin Soderling dieci volte di fila. E invece tu l'hai fatto. Aggiornerò il mio pensiero per la prossima volta. Nessuno può battermi undici volte di fila"
"Grazie, per avermi strappato una risata. Non riuscivo a smettere di piangere"Per la prima volta da vincitore sul podio del Roland Garros, con Nadal quasi sicuramente davanti alla tv. Rafa oggi andrà dal medico e saprà se, dopo il Queen's, dovrà rinunciare anche a Wimbledon. Ma Federer ieri non aveva tempo per questo. Mirka scattava foto con il telefonino, si abbracciavano tutti. Era felice anche Andre Agassi che gli sussurrava in un orecchio:
"Roger, sei il più grande di sempre"'Magician', prestigiatore. Era la parola che ieri rimbalzava sulle gradinate del "Philippe Chatrier". Il rovescio di Federer distruggeva i sogni di Soderling, il suo servizio sotterrava qualsiasi speranza dello svedese, il dritto ne azzerava le ambizioni.
É stato come se di colpo lo svizzero si fosse liberato di tutti i suoi dubbi, la pressione che aveva portato così a lungo sulle spalle si era volatilizzata.
Era leggero Federer ieri sul Centrale di Parigi. Ha giocato una partita perfetta. Non da prestigiatore, ma da mago. Non ci sono trucchi nel suo gioco. Pete Sampras ci aveva inutilmente provato per undici volte. A Roger Federer è andata meglio. Dopo tre finali perse contro Nadal, ha finalmente pianto di gioia sulla terra rossa di Parigi. Ieri ha battuto anche il fantasma di Rafa.
Dall'inviato Dario Torromeo
Corriere dello Sport Lunedì 8 Giugno 2009
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