giovedì 23 luglio 2009

Diego Ribas da Cunha: un vincente alla Juventus

Segna e soprat­tutto fa segnare. Zero dub­bi da questo punto di vi­sta: il golazo da 63 metri contro l'Aachen, quando ancora vestiva la maglia del Werder Brema, è im­possibile da dimenticare.
Ma nei suoi primi giorni bianconeri Diego Ribas da Cunha ha impressionato sotto il profilo fisico. Saba­to nel test dei 3000 metri è stato il migliore della sua batteria, ha staccato Amauri, Trezeguet e Del Piero.
Primo al traguardo. Non solo qualità, insom­ma. Tanto nerbo, corsa e voglia di arrivare. Ma co­me va interpretato l'ex­ploit del brasiliano? Lo ab­biamo chiesto a Mario Marella, tra le altre cose presidente nazionale dei preparatori atletici profes­sionistici e docente al Su­percorso di Coverciano.
Professor Mario Marella, come vanno giudicati questi primi test fisici di Diego?
"Faccio una premessa: queste prove forniscono delle indicazioni, però non vanno prese come il Van­gelo.


I calciatori non devo­no correre delle maratone, bensì compiere sforzi bre­vi, intensi e in intervalli di tempo ristretti.
Detto que­sto, superare bene i 3000 metri fornisce certe garan­zie. Almeno tre."
Partiamo dalla prima.
"Il fatto che abbia supera­to con successo i 3000, si­gnifica che Diego ha una grossa capacità aerobica e lattacida.
Tradotto in pa­role più semplici: il brasi­liano ha una enorme capa­cità di superare gli sforzi, di lavorare in condizioni di fatica."
Proceda pure nell'anali­si.
"Di sicuro, invece, possia­mo dire che il neojuventi­no è un soggetto forte fisi­camente, ben struttura­to."
All'inizio parlava anche di una terza indicazione importante.
"L'exploit dei 3000 metri ha messo in luce la vo­lontà di sofferenza. Fonda­mentale negli sportivi. Il motivo? Questa qualità si traduce sempre in volontà di vittoria, di arrivare al traguardo prima di tutti.
Di successo."
L'opinione di Zaccheroni -
"Trequarti­sta? Troppo riduttivo. Diego è un giocatore completo, si muove per tutto il campo"
La ga­ranzia arriva da Alberto Zaccheroni, ex allenato­re di Torino, Inter, Mi­lan e Lazio. In tempi non sospetti, quando iniziavano a diffondersi i primi rumors sulle fre­quenze Brema- Torino, il tecnico romagnolo ave­va scommesso sul brasi­liano:
"é il giocatore che serve alla Juventus per svoltare. I dirigenti bian­coneri hanno realizzato un grande colpo. É il centrocampista più completo che offriva il mercato."
Alberto Zaccheroni, scendiamo nei partico­lari. Ci spieghi un po' qual è la forza di Diego.
"Il brasiliano, ripeto, non è il classico tre­quartista che si muove solo negli ultimi trenta metri.
Diego agisce per tutto il campo: si alza sulla linea delle punte, ma per ricevere palla spesso si abbassa parec­chio.
E poi è ben dotato anche fisicamente."
Diego è uno che segna molto: 38 reti in 3 sta­gioni di Bundesliga.
"Come ho detto svaria molto: spesso l'ho visto arrivare a tu per tu col portiere. Diego è fasti­dioso per gli avversari, non da punti di riferi­mento."
Meglio nel gioco corto o nel lungo?
"Da vero brasiliano è un ottimo palleggiatore, grandi mezzi tecnici e capacità di far girare la palla nel breve.
Però ha nelle corde anche il cambio di gioco. Nella rifinitura è speciale."
Dovendo dare dei voti?
"Ha un destro da 10. Nel trovare gli spazi giusti direi 9. Assist 10, senso del gol 8"

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