giovedì 16 luglio 2009

Libania Grenot 400 metri a tempo di record per l'italo cubana

Oro e record italiano sul giro di pista per Libania Grenot. E che record per la 25enne italo cubana, approdata a Casal­palocco per amore, dove grazie alle cure di Riccardo Pisani e delle Fiamme Gialle ha riscoperto quel talento che aveva smarrito quando da Santiago de Cuba s'era trasferi­ta a L'Avana per studiare da campionessa.
Ieri la bella ' Panterità ha illuminato il cielo di Pescara con una solitaria galoppata con la quale ha frantumato il suo record italiano fis­sandolo a 50'30.
Un crono eccezionale che vale il primato dei Giochi del Mediterraneo, e colloca la Grenot al quarto posto delle liste mondiali sta­gionali in cui svetta la numero uno dei 400, la statunitense Sanya Richards con 49'57.
" Sono senza parole - ha commentato la romana d'adozione - Me lo aspettavo, ma non così. Sono orgogliosa di me. Ringrazio il mio tecnico Pisani, stiamo lavorando tan­to e questi sono i risultati. Sento che posso scendere sotto i '50. Al Golden Gala ci sono avversarie fortissime, vediamo che succe­de. Dedico questa vittoria a mio marito"
. Mai dedica fu più meritata. É stato pro­prio Silvio Scaffetti, romano di Casalpaloc­co che l'aveva conosciuta a Cuba durante le vacanze di Natale del 2005, a convincerla a tornare all'atletica.
" Ci devo pensare " , fu la risposta. Passò un anno ed ecco farsi avanti il tecnico di Tivoli, Pisani, già alle­natore di un altro primatista italiano dei 400, Andrea Barberi.
La prima stagione con la maglia del Cus Cagliari. Da gennaio il grande passo: l'arruolamento nel­la Guardia di Finanza. Un altro tabù spazzato via, quello della prima donna, divenuta cittadina italiana già maggiorenne, che en­tra in un corpo militare.
" Libania è un esempio per tutta la Polisportiva: seria e scrupolosa negli allenamenti. É un onore per noi averla in gialloverde"
, dice di lei il colonnello Vincenzo Parrinello. Ca­rattere da combattente, da qui il sopranno­me 'Panterità che le ha dato il fratello Ina­cio, mamma giornalista di ' Joventud Re­belde' e papà autista di musicisti.
A 9 anni era già in pista, a correre o saltare. "a mio marito devo tutto" , ripete lei. É lui che l'accompagna in auto ogni giorno da Casalpalocco a Tivoli, 100 km al giorno tra andata e ritorno.
Prestazione straordi­naria, senza lo stimolo delle avversarie: al­le sue spalle, staccata di oltre 2', Daniela Reina.
Proprio alla Reina aveva sottratto il record italiano un anno fa a Firenze por­tandolo a 51'16. Un primato che due mesi dopo avrebbe limato ancora due volte nel­le all'Olimpiade di Pechino. Pur mancando l'accesso alla finale, aveva fissato il prima­to in 50' 83. Il limite spazzato via ieri con un margine di oltre mezzo secondo. Complici i regola­menti Iaaf, sempre più restrittivi in materia di cambio di nazionalità, la Grenot aveva potuto partecipare ai Giochi, ma non vestire la maglia azzurra nelle ma­nifestazioni internazionali fino allo scorso 21 giugno.
L'esordio era avvenuto a Leiria, in Portogallo, con la vittoria agli Europei a squadra, contribuendo allo storico terzo posto della nostra nazionale femminile.
Prossima tappa venerdì a Roma. Sulla pi­sta dell'Olimpico, contro le reginette mon­diali Richards e Felix, puà cadere il muro dei 50'.

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