lunedì 26 ottobre 2009

Andrea Baldini una rivincita d'oro

Quattordici mesi vissuti in apnea. Da quel primo agosto dello scorso anno, quando, con i bagagli già fatti per Pechino, gli cadde addosso l'ac­cusa di doping: tracce di diuretico, addio ai Giochi e inizio di nove mesi di passione protestando con di­sperazione la propria innocenza, cre­duto dalla Procura di Livorno e dalla Fie. Solo sei i mesi di squalifica, nel frattempo scontati, e dal 1° maggio nuovamente in pedana per travolge­re ogni avversario. In appena cinque mesi di gare, Andrea Baldini, fioret­tista livornese di 23 anni, ha raccolto tutto quella c'era da prendere: oro eu­ropeo a Plovdiv, Coppa del Mondo matematicamente conquistata ieri con l'accesso alle semifinali del Mon­diale, oro iridato qui ad Antalya.
Un cammino non facile, ieri, che Andrea ha percorso con maturità, con decisione, mostrando una duttilità tecnica eccezionale nel saper leggere la scherma degli avversari e variare la propria nelle fasi dei singoli assal­ti. Bellissima la finale con il cinese: aggressivo all'ini­zio soccombendo all'allungo maggiore di Zhu, ha cambiato il tempo cercando la misura, aspettando un avversario troppo sicuro dopo il 5-2 iniziale. Ne è uscito un break di 8-0 che ha cominciato a puntella­re il titolo mondiale, consolidato con un finale entu­siasmante. Il cinese da 5-10 era risalito a 11-12 a una manciata di secondi, Baldini lo ha infilato tre volte in rapida sequenza liberando infine nell'urlo della vit­toria tutta l'angoscia dei suoi mesi più amari.
Zhu aveva battuto in semifinale Joppich, il tedesco che aveva costretto all'argento Andrea nei due pre­cedenti mondiali. É mancata la terza sfida, quella della "vendetta":
"Meglio così - dice l'azzurro - qui contava conquistare l'oro, non battere Joppich"
Fi­nisce un incubo, si chiude il capitolo più amaro del­la sua carriera:
"L'ho superato perchè ci credevo. Credevo nelle mie possibilità e l'ho dimostrato quan­do sono tornato alle gare. Mi hanno tolto i Giochi, lì potevo uscire al primo turno come andare a meda­glia. Ormai è passata, l'Olimpiade non me la restitui­sce nessuno, il rammarico resta, ma resta anche que­sto Mondiale, e ora è quello che mi interessa"
Dedica a nonna Jole il suo oro iridato.
"é stata operata nei giorni scorsi, non sta bene, partendo mi ha chiesto di portargliela in dono: "
Mi raccomando
", mi ha detto. Beh, ho esaudito il suo desiderio"
Una gior­nata interminabile e ricca anche di paure.
"Non ho tirato sempre bene. Ho finito due assalti all'ultima stoc­cata e ho avuto anche un po' di fortu­na "
Si è trovato davanti Andrea Cas­sarà, il compagno che aveva accusa­to di essere il responsabile del suo mi­sterioso doping: vi siete guardati ne­gli occhi in pedana?
"Con la masche­ra trasparente è inevitabile..."
Cassarà dice che ormai quella vicen­da è alle spalle, che non ci pensa più, che le cose tra voi non sono più le stesse, ma che forse col tempo potre­re chiarirvi. Tornerete amici? "Per­chè no, col tempo..." , è la risposta di Baldini.
Ha subìto la tensione nei primi assalti.
"é vero, ero molto teso, ma poi ho trovato lucidità per fare le cose giuste. Credo di aver tirato bene in semifinale ed anche in finale, considerando l'importanza del match e il valore dell'avversario. Prima mi ero tro­vato troppe volte a dover colmare svantaggi impor­tanti "
Sotto 1-7 con il coreano, 2-6 con Cassarà, ma poi i break sono stati imperiosi: "e contro avversari non facili" , precisa Andrea, che riporta in Italia do­po quattro anni il titolo mondiale del fioretto maschi­le.
a Pechino, si diceva, non avrebbe avuto avversa­ri. Ieri ha confermato quanto fosse vero: dall'apnea è riemerso con una medaglia d'oro al collo, il modo migliore per cominciare la sua nuova vita di atleta, a soli 23 anni.
Mario Arceri Antalya

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