martedì 10 novembre 2009

Maurito Zarate un fenomeno che si allena come un fenomeno

Maurito Zarate
Roma - Fenomeni si nasce. E si diven­ta.
"Lui è diverso" . Lui è Maurito Zarate. Un uomo, un fenomeno, un robot:
" é so­pra la media, è uno dei più veloci che ab­bia conosciuto. Ha forza, potenza, rapidi­tà. Rispetto ai giocatori argentini ha una massa muscolare superiore al 50 per cento. In genere, in Argentina, la media arriva al 48-50%. Mauro va oltre"
Lui è diverso, allena il talento, corre più velo­ce pure con la mente. Uno dei suoi se­greti è...
"la rapidità mentale, alleniamo anche questa. É una capacità fonda­mentale per leggere subito l'azione al momento in cui riceve palla. Svolgiamo allenamenti speciali per tenere alta la con­centrazione ed essere più rapidi dell'avver­sario, anche nel mo­mento del dribbling ".
Tutti i più grandi han­no un personal trainer, Maurito Zarate ha il suo. Si chiama Pablo Dolce, argentino di 36 anni, neo- papà d'una bimba di un mese. Esperto di fisio­logia e biomeccanica del lavoro fisico. É stato per varie stagioni alle dipendenze del River Plate e nel 2006- 07 ha fatto parte del corpo tecnico di Daniel Passa­rella, era nel gruppo dei preparatori atle­tici. Lavora in un centro sportivo, il Fi­sioSport di Buenos Aires. É sbarcato a Roma ed è venuto a trovarci in redazio­ne. Dolce di cognome, duro sul lavoro. Professor Pablo, dopo la sua cura l'anno scorso Zarate esplose in Italia. Ora che sarà?
" Il merito è tutto di Mauro. Quando non è al massimo lui lo capisce. Come sta? Non sta male. É al 75% per cento della forma. Il nostro scopo è raggiunge­re il top e mantenerlo. L'infortunio che l'- ha fermato a settembre gli ha creato del­le difficoltà. Ecco perché non è ancora sembrato al massimo."
Sfrutterà la sosta per integrare il la­voro svolto con la squadra. Si allenerà a Formello anche da solo, in media effet­tuerà due allenamenti al giorno. Con le dovute pause, ovvio.
"Non basta il talento per diventare un numero uno, Mauro lo sa. In questo sen­so sta davanti a tutti."
Cosa gli sta mancando?
"Il suo gioco non può essere realizzato al meglio quando non sta bene. E andan­do avanti con la partita, gli errori aumen­tano. Soprattutto nel secondo tempo. Se è sorretto dalla condizione, è tutto diver­so ". [...]
Da quanto lo se­gue?
" Abbiamo lavorato insieme al Velez, aveva 18 anni. L'ho se­guito anche prima del Mondiale Under 20 giocato in Canada dall'Argentina. Non smette di stupirmi."
e ha solo 22 anni...
"é maturo. Si dedica al suo corpo, tie­ne alla sua carriera, cura ogni aspetto della preparazione e dell'alimentazione."
Che programma seguirà?
"é come se affrontasse un precampio­nato personalizzato. Due volte a settima­na lavoriamo sulla forza esplosiva, gli serve per acquisire maggiore velocità. Altrettanto impegno lo mettiamo nella forza preventiva, per prevenire gli infor­tuni. Da due a tre volte alla settimana Mauro lavora con i pesi ed una volta sul­la potenza aerobica."
Qual è la priorità?
"Uno può essere rapido, ma non tutti riescono a mantenere la rapidità nei 90'. Mauro centrerà questo traguardo, così com'è accaduto l'anno scorso."
Quanto durano gli allenamenti-extra?
" In media un'ora e trenta minuti. Il programma delle sedute dipende dagli allenamenti della squadra e dalle parti­te. In generale, durante il campionato, effettua tre doppie sedute in sette gior­ni ."
Mauro l'ha chiamata, vuol dire che non si sente al top?
"Rimarrò a Roma sino alla sosta di Na­tale. Quando segnò a Cagliari i primi gol italiani, ero presente. Fu una grande emozione."
Cos'altro ha di speciale?
"Lo scatto breve. Ed è su questo che abbia­mo iniziato a lavora­re ".
Dovrà seguire una dieta ferrea?
"Non ha problemi di sovrappeso, si cura da sempre, lo faceva pure quando era piccolo. Fi­niva di allenarsi con il River Plate, torna­va a casa, riprendeva il pallone e rico­minciava a tirare continuamente. Le rac­conto un episodio...."
Dica.
"Aveva più o meno 15 anni. L'allenato­re del Velez gli chiedeva di passare di più il pallone. Un giorno, spazientito, chiamò fuori i suoi 10 compagni e lasciò solo Mauro contro 11 avversari...."
e poi?
"Iniziò a puntarli, ne saltò 5-6, arrivò davanti al portiere. Non si è mai arreso."
Lei ha seguito il fratello di Mauro, Ro­lando. Allena anche altri giocatori, tra cui Leandro Somoza del Velez.
"Tanto per fare un esempio: Marado­na, quando arrivò in Spagna, si fece se­guire da Fernando Signorini. Per mante­nersi grandi bisogna lavorare."
di Daniele Rindone
Corriere dello Sport Venerdì 9 Ottobre 2009

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